Se si dicesse che alcuni dei resti fisici di Adolf Hitler esistano ancora oggi e siano in Germania, probabilmente si susciterebbe incredulità. Dopotutto, considerato che le cronache storiche suggeriscono che le ceneri del Führer siano state disperse in acqua dall’Armata Rossa.
Ma partiamo da quando gli investigatori sovietici recuperarono i presunti resti dei due corpi e, in seguito alle autopsie, effettuarono l’identificazione utilizzando dei calchi dentali.
La storia della provenienza di quei resti e di come furono trasportati fuori Berlino è a dir poco avvincente ed è stata pienamente confermata da nazisti di altissimo livello sopravvissuti alla fine della guerra.
Torniamo dunque all’ultimo giorno di Hitler, il 30 aprile 1945, dove inizia la nostra ricerca delle ceneri del Führer. Entro il 27 Aprile, Berlino era completamente isolata e le forze sovietiche stavano combattendo strada per strada e casa per casa verso il distretto del governo centrale. Le forze tedesche combatterono strenuamente ovunque, ma entro il 28 aprile, l’Armata Rossa si trovava nel blocco contenente gli edifici del Ministero e il Bunker del Führer.
Hitler fu informato che la difesa si sarebbe piegata in un giorno, quando le munizioni si sarebbero esaurite. Hitler fece dunque i preparativi per porre fine alla sua vita, poco dopo la mezzanotte, della mattina del 29 aprile.
Proprio alla vigilia della disfatta, Hitler ha sposato Eva Braun all’interno di quello stesso bunker, pur sapendo che da lì non sarebbero più usciti.
Dopo una colazione di nozze, Hitler dettò il proprio testamento a uno dei suoi segretari, Traudl Junge. Ne furono fatte diverse copie, tre inviate da corrieri militari che tentarono di raggiungere il Grande Ammiraglio Karl Dönitz, Comandante Militare nel Nord.
Il documento consentiva un nuovo governo nazista dopo la morte di Hitler, cui sarebbe subentrato Dönitz, capo della Marina, nominato Presidente del Reich nel suo Quartier Generale nel nord della Germania e il Dottor Goebbels per diventare Cancelliere del Reich.
Più tardi quel pomeriggio, Hitler fu informato che il suo alleato, Benito Mussolini, era stato giustiziato dai partigiani italiani e il suo corpo vilipeso insieme a quello della sua compagna, Claretta Petacci, e così quello di diversi ministri fascisti, appesi a testa in giù in Piazzale Loreto.
Hitler espresse l’ordine che il suo corpo e quello di sua moglie fossero bruciati per evitare tali umiliazioni per mano dei sovietici. A tal fine, fu inviato un messaggio al garage sotterraneo della Cancelleria del Reich e il capo autista di Hitler, Erich Kempka, ordinò di raccogliere carburante sufficiente in taniche e impilarle all’interno del Führer Bunker; Kempka e i suoi uomini ci riuscirono, sottraendo carburante da alcune delle Limousine Mercedes-Benz, intrappolate all’interno del garage del bunker danneggiato.
Il capo delle forze armate tedesche, il Feldmaresciallo Wilhelm Keitel, riferì a Hitler che tutti i tentativi di resistere erano falliti. Alle 2:30, Hitler ed Eva salutarono il loro fedele staff e poi si ritirarono nelle loro stanze private.
In tarda mattinata, Hitler ha ospitato un incontro sulla situazione finale con il Comandante della Difesa di Berlino, il generale Helmuth Weidling. La situazione era oramai disastrosa, le truppe sovietiche erano a circa 500 metri dal bunker e stavano preparando un assalto al complesso della Cancelleria del Reich.
I difensori tedeschi avrebbero esaurito le munizioni quella notte; Weidling chiese dunque che le restanti forze tedesche potessero evadere a ovest e il Führer diede l’autorizzazione.
Hitler pranzò con la moglie, le segretarie e il cuoco e poi salutò il suo staff, inclusi Goebbels e Bormann. Alle 14:30, Hitler ed Eva entrarono nello studio di Hitler e chiusero la porta. L’aiutante di Hitler, Sturmbannführer Otto Günsche avrebbe fatto la guardia fuori, e sempre secondo la storiografia ufficiale, la porta fu aperta dopo il colpo di pistola che Hitler si sarebbe sparato alla tempia destra. Eva Braun si sarebbe invece avvelenata col cianuro.
Il leader della gioventù hitleriana Artur Axmann, sotto interrogatorio, dichiarerà di aver visto i corpi.
Gioventù Hitleriana dopo la Guerra?
Negli ultimi mesi del conflitto, pare che Artur Axmann, insieme ad Adolf Hitler, avesse pianificato la creazione di una nuova rete di leader della gioventù hitleriana, che avrebbe dovuto agire come un’organizzazione nazista clandestina e segreta per mantenere viva la fiamma dopo la caduta di Hitler e l’inevitabile resa tedesca.
Il capo dell’unità di guardia del corpo di Hitler, la SS-Begleitkommando des Führers, ha rilasciato una dichiarazione scritta ai sovietici, che Axmann avrebbe preso lui la pistola utilizzata da Hitler per uccidersi, accompagnando tale dichiarazione ad una citazione quantomeno grottesca, ovvero che avrebbe tenuto la pistola come souvenir da nascondere per tempi migliori.
Di fatto però, né le ceneri né la pistola che avrebbe ucciso il Führer sono mai state trovate ed ogni altro presunto resto rinvenuto, risulta assai lontano dal poter essere accettato per confermare l’appartenenza ad Adolf Hitler al di là di ogni ragionevole dubbio.
Sempre secondo le dichiarazioni rilasciate ai sovietici, la benzina portata dal garage della Cancelleria del Reich venne versata sui corpi, poi un rotolo di carta sarebbe stato acceso da Bormann e gettato, dando fuoco alla benzina. Gli spettatori riuniti si sarebbero dunque ritirati verso l’uscita di emergenza e avrebbero fatto il saluto nazista fino a quando non sarebbero stati spinti al riparo dai proiettili sovietici in arrivo. Le guardie del corpo sarebbero state inviate in superficie in diverse occasioni, per riferire sullo stato di avanzamento delle cremazioni. L’operazione però, risultò molto difficoltosa, perché all’aperto il calore varia a causa dell’influenza del vento.
La cremazione sarebbe durata circa due ore e mezza fino alle 18:30 circa, le guardie del corpo hanno spalato la terra sui presunti resti e hanno tentato di mascherare il sito. Nelle dichiarazioni ufficiali a posteriori, alcuni tra i presenti ha riferito che i cadaveri erano dapprima anneriti, bruciati e squarciati, ma che alcune estremità fossero ancora riconoscibili.
Dando per veritiera tale ricostruzione, bisogna accettare che, stando a questa cronaca, le ceneri sarebbero state raccolte dal cadavere di Hitler e poste all’interno di una piccola scatola di metallo che sarebbe poi stata affidata ad Artur Axmann, leader della Gioventù Hitleriana.
Questa ricostruzione potrebbe trovare conforto nel fatto che il leader della Gioventù hitleriana, si era avvicinato moltissimo ad Hitler negli ultimi giorni della sua vita, avendo trasferito il suo quartier generale a Wilhelmstraße 64, di fronte al Führer Bunker. Axman, che aveva una protesi al braccio destro, avendo perso il braccio in combattimento sul fronte orientale all’inizio della guerra, aveva ricevuto due decorazioni, tra cui la Croce di Ferro di Prima Classe e la Croce d’Oro dell’Ordine Tedesco; quest’ultima è la decorazione più rara di tutte ed Artur Axmann è uno dei soli 11 militari ad aver ricevuto tale onorificenza e uno dei soli due sopravvissuti alla guerra. Era un segno della stima che Hitler provava per il leader della Gioventù hitleriana.
Pochi giorni prima della fine, Hitler avrebbe avuto un lungo incontro privato con Axmann, durante il quale avrebbe intimato che l’ideologia nazista avrebbe dovuto essere custodita e trasmessa per potere sopravvivere alla sua fine, e che per fare questo, si sarebbe dovuto fare affidamento su di una prossima generazione di giovani nazisti, che sarebbero stati formati e comandati dallo stesso Axmann.
Effettivamente, pare che Axmann avesse creato già da mesi un’organizzazione nazista clandestina, per sopravvivere alla resa tedesca.
Axman avrebbe dunque concretizzato il futuro del nazismo, divenendo l’anello di congiunzione vivente tra Hitler e la nuova generazione.
Uno di coloro che notò la raccolta delle ceneri consegnate ad Axman, sarebbe stata la segretaria di Hitler, Trudl Junge, che fu interrogata il 30 agosto 1946 a Garmisch-Partenkirchen, in Baviera, dal Corpo di controspionaggio dell’esercito degli Stati Uniti.
Junge ha dichiarato, che Axmann aveva preso le ceneri. La sua dichiarazione testuale fu:
“Le ceneri di Hitler furono raccolte in una scatola che fu data ad Axmann. Riguardo all’ulteriore uso che ne fece, non ne ho idea. L’ho visto per l’ultima volta il 2 Maggio, quando ho lasciato la Cancelleria del Reich”
Otto Günsche era al momento della dichiarazione di Junge in prigionia a Mosca. I sovietici avevano preso d’assalto e catturato la Cancelleria del Reich e il Bunker del Führer il 2 maggio 1945. Ma questi edifici erano quasi vuoti la sera del 1° maggio 1945. Un’evasione era stata tentata dal restante personale del Bunker e della Cancelleria del Reich.
Quando i sovietici presero l’area intorno al bunker del Führer, scoprirono rapidamente i cadaveri parzialmente cremati del Dottor Joseph Goebbels e di sua moglie, Magda. Goebbels era subentrato dopo la morte di Hitler a Berlino e aveva tentato di negoziare un cessate il fuoco con i sovietici che poi fallì. Aveva sparato a sua moglie nel giardino della Cancelleria del Reich, al suo aiutante, l’SS-Hauptsturmführer Günther August Wilhelm Schwägermann, mentre supervisionava alcune sentinelle per bruciare i corpi all’aperto e infine a se stesso.
I sovietici recuperarono i corpi di Goebbels, e dei bambini piccoli che erano stati avvelenati con capsule di cianuro per impedirne la cattura all’interno del bunker, temendo che facessero la fine dei fascisti italiani.
Axmann ha avuto molte avventure in fuga da Berlino ed è stato certamente molto fortunato a liberarsi dall’accerchiamento sovietico, poiché – quasi tutti i membri del suo gruppo di fuga sono stati catturati – Ha affermato nella sua autobiografia, pubblicata nel 1995, dove spiega che la sua intenzione era di raggiungere il nuovo governo nazista del Grand’Ammiraglio Dönitz nel nord. Axmann ha anche affermato nel dopoguerra di aver seppellito la pistola di Hitler sotto il ponte Zan Kruger di Berlino. Un’affermazione successivamente respinta dall’aiutante di Hitler, Otto Günsche. Intervistato dallo storico David Irving nel marzo 1967 nella sua casa in Germania, Günsche sosteneva che Axmann aveva conservato la pistola come ricordo.
Citazione: “C’è qualche ragione per credere che la sua famiglia ce l’abbia ancora”
Axmann sembrava certamente più preparato di molti altri leader nazisti durante la sua fuga, portando con sé documenti di identità falsi. Ciò si adatterebbe a ciò che si sa del suo piano reale, che non sarebbe semplicemente consistito nello scomparire nella clandestinità, ma piuttosto si articolava in una pianificazione postbellica per la creazione di una nuova organizzazione nazista ombra, pur sotto l’occupazione americana.
Questo piano avrebbe dettato i suoi successivi movimenti in Germania nel 1945. L’ufficiale dell’intelligence militare britannica Hugh Trevor-Roper fu incaricato di indagare sulla morte di Hitler nel 1945 e fu in grado di intervistare diversi testimoni che erano fuggiti in Occidente. Nel 1947 affermò, riguardo alla storia delle ceneri, citando:
“Sarebbe stato un atto logico trasmettere queste sacre reliquie alla generazione successiva”. Fine citazione.
Axmann apparentemente lascia definitivamente il Führerbunker con la pistola di Hitler e forse con alcune delle ceneri del Führer in una scatola. Trevor-Roper ripeté questa opinione nel Febbraio del 1951, quando dichiarò nella rivista Commentary, citando:
“Se dovessi azzardare un’ipotesi, dovrei indovinare che le ceneri furono date ad Axmann”
Non era solo il maggiore Trevor-Roper a credere che Axmann avesse lasciato il bunker con una scatola di ceneri di Hitler.
Alan Bullock nel suo famoso libro “Hitler, A Study in Tyranny” del 1962, affermò che ci sono alcune prove circostanziali a sostegno di questa teoria. Lo storico James P O’Donnell, che nel 1978 pubblicò lui stesso “The Bunker”. Poi un ufficiale dell’intelligence dell’esercito americano nel 1945, scrisse, citando, Come Eugen Fuhrer di Reich, leader della generazione nazista più giovane, che Axmann fosse creduto essere il custode delle fiamme, e probabilmente anche il custode delle ceneri di Hitler. Anche un documento declassificato della CIA del 2007 allude alla stessa storia.
Quelle sacre reliquie, le ceneri in una scatola e la pistola con cui Hitler si è sparato, sono finite entrambe in possesso di Axmann.
Quindi il piano di Axmann sarebbe stato messo in atto da Marzo ad Aprile 1945; già da prima della caduta di Berlino, Axmann aveva tenuto una serie di riunioni del personale senior della Gioventù hitleriana. Il quartier generale della leadership della Gioventù hitleriana fu trasferito da Berlino alla Scuola di Addestramento della Gioventù Hitleriana a Bad Tölz in Baviera.
Il piano di Axmann prevedeva che 35.000 leader adulti della Gioventù Hitleriana si trasferissero in un paese montuoso inaccessibile in Baviera, Austria e Boemia. Avrebbero mantenuto ed allestito un’organizzazione nazista clandestina coesa.
Axmann fuggì da Berlino portando documenti falsi a nome di Eric Zwick, attraversando il Meclemburgo. In seguito alloggiò presso la moglie di un contadino che non aveva idea di chi fosse e rimase lì fino all’autunno del 1945. Decidendo di evadere a ovest verso la zona di occupazione degli Stati Uniti, è stato assistito dal Sindaco locale che gli ha dato cibo e denaro in cambio di portare un messaggio alla figlia del Sindaco. Axmann in realtà tornò coraggiosamente nella Berlino occupata dai sovietici e prese un treno per Braunschweig. Sceso, ha camminato e poi ha preso un pullman per Gelsenkirchen, spostandosi a nord verso Lubecca. Axmann ha contattato dunque una ex-leader senior della Frauenschaft.
Di nuovo in movimento, Axmann si recò con i membri della famiglia del Sindaco a Heinsberg e rientrò in territorio sovietico, recandosi nel Meclemburgo e da lì a Lansing, dove scambiò altri messaggi con il Sindaco, poi tornò di nuovo a ovest nel dicembre 1945. Incontrò altri due leader della gioventù hitleriana del suo staff personale, da lì a Monaco e poi una visita a sua madre.
L’11 agosto incontrò Karl Ebeling, viaggiando insieme a lui e ad un altro leader nazista nel nord della Germania. Tuttavia, un’amante polacca di Ebeling lavorava come informatrice per il corpo di controspionaggio degli Stati Uniti e informò gli americani della presenza di Axmann. Il 15 dicembre 1945 Auxmann fu arrestato e portato a Kempton per essere interrogato.
Gli americani erano naturalmente molto interessati ai dettagli della fine di Hitler e alla possibile morte di Martin Bormann. Hanno dunque chiesto delle ceneri di Hitler. Correva già una voce che Axmann li avesse portati fuori da Berlino, presto confermata da altre figure naziste di alto livello come Jung. Axmann affermò di non essere a conoscenza dello smaltimento definitivo dei corpi di Hitler ed Eva, una posizione che mantenne fino alla sua morte nel 1965.
Dopo il processo nel 1949, Axmann fu condannato a tre anni e tre mesi di reclusione come colpevole grave, ma non c’erano prove di alcun coinvolgimento in crimini di guerra.
Successivamente, nel 1958, Axmann fu multato di 35.000 Marchi, equivalenti oggi a circa 115.000 Euro, dopo che un tribunale della Germania occidentale lo dichiarò colpevole di indottrinamento di giovani tedeschi.
Per un periodo Axmann si è guadagnato da vivere come venditore nella Germania Ovest, in seguito è vissuto a Gran Canaria dal 1971 al 1976 e poi a Berlino Ovest. Anche dopo la guerra, Axmann ha mantenuto l’amicizia con il pilota di Hitler, Hans Bauer, che era stato liberato dalla prigionia sovietica nel 1955, ed è proprio da Bauer che giungono i dettagli di cosa ne sarebbe stato delle ceneri di Hitler.
Nella Germania del dopoguerra, i membri anziani della cerchia ristretta di Hitler rimasero in contatto tra loro, una cerchia che comprendeva Baur, alcuni dei segretari di Hitler, il suo aiutante, Günther Schwägermann e il cameriere.
Esistono molte fotografie di queste persone che socializzano tra loro. Bauer e Axmann rimasero in stretto contatto dopo la guerra, ma Axmann non socializzò con gli altri rimanendo separato da questo gruppo.
Tornando a interrogarsi su cosa sia stato delle ceneri di Hitler, fu rivelato proprio dall’ex pilota del Fuhrer, Hans Baur, che divenne un buon amico di Auxmann dopo la guerra. Dopo aver parlato con persone che conoscevano Bauer negli anni ’70 e ’80, Baur ha raccontato che Auxmann avrebbe seppellito una parte delle ceneri di Hitler nella tomba già esistente di qualcuno nel sud della Germania, il che significa che se crediamo alla testimonianza di Baur, alcuni dei resti fisici di Hitler esistono ancora oggi in Germania.
Per ovvie ragioni, nessuno dei membri della cerchia ristretta di Hitler volle svelare l’ubicazione precisa della tomba, provare o confutare questa storia resta pertanto impossibile.
Auxmann è morto a Berlino nell’ottobre 1996, all’età di 83 anni, era l’ultimo ministro sopravvissuto che aveva servito Adolf Hitler.