Il ciclo nordico e il cantare dei Nibelunghi, è un poema che ha ispirato il nazifascismo, il quale si è sviluppato, ideologicamente, raccogliendo l’eredità culturale e storica dei popoli dell’Europa settentrionale, rifacendosi alle leggende, nonché alla conoscenza esoterica, simbolica e tradizionale nord-europea, come alle leggende simboliche ed esoteriche dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
Il “Cantare dei Nibelunghi”, racconta in particolare delle imprese eroiche del principe Sigfrido ed ebbe lunghi dal nome. I figli delle nebbie erano un popolo di nani che custodivano il tesoro del Reno. Parte di questo tesoro era un anello che aveva il potere di aumentare la ricchezza, ma portava anche sventura al suo possessore. La leggenda vuole che da qui avrebbe avuto origine la stirpe dei Burgundi, un’antica tribù germanica. L’autore dell’opera non è conosciuto, ma probabilmente si trattava di una persona istruita e che conosceva molto bene la vita di corte e i poemi cavallereschi. Qui il testo originario dell’opera è andato perduto. Per questo la storia ci è stata tramandata attraverso manoscritti. La lingua usata nel poema è il tedesco antico, parlato nella Germania meridionale. Il poema comprende 8000 versi, raggruppati in quartine e suddivisi in 39 canti, detti avventure.
L’opera fu composta probabilmente in Germania o in Austria intorno al XIII secolo. Ma la vicenda è ambientata nel V secolo dopo Cristo, nel regno dei Burgundi, popolazione che si era stanziata lungo il Reno e che tra il 436 e 437 fu sterminata dagli Unni di Attila. Ma adesso passiamo alla storia. Come abbiamo già visto, i nove lunghi erano un popolo di nani che viveva sottoterra e che aveva accumulato enormi ricchezze. Chiunque si fosse impadronito del loro tesoro sarebbe diventato il più potente del mondo, ma anche il più sventurato. Solo Sigfrido riesce ad uccidere il drago e ad impossessarsi di tutte le sue ricchezze. Bagnandosi nel sangue del drago. Sigfrido diventa invulnerabile, tranne che per una piccola parte del suo corpo, dove si era posata una foglia di tiglio. Ma l’opera comincia quando, tempo dopo, Sigfrido si reca alla corte dei Burgundi per chiedere la mano di Grimilde, sorella di re Gunther.
Per poterla sposare, però, Sigfrido accetta di aiutare Gunther a conquistare Brunilde, la regina di Islanda, che impone a tutti i suoi pretendenti delle terribili prove. Sigfrido così può contare sulla sua grande potenza e aiuta Gunther a superare tutte le prove. Così finalmente il re sposa la terribile regina e Sigfrido può sposare Grimilde. L’inganno però viene scoperto dopo dieci anni, quando, durante una lite tra Grimilde e Brunilde, Grimilde svela tutta la verità. Da quel momento la regina dei Burgundi incomincia a covare un forte desiderio di vendetta e decide di far uccidere Sigfrido dal suo vassallo Hagen, il quale riesce a farsi confidare da Grimilde. Qual è il punto debole di Sigfrido che viene colpito dal perfido Vassallo proprio nell’unico punto debole del suo corpo? Questo mi causerà la morte. Così Hagen, insieme a Gunther, sottrae il tesoro dei Nibelunghi e lo nasconde nel fondo del fiume Reno. La seconda parte vede come protagonista Grimilde. La regina si è risposata con Attila, re degli Unni, con l’intenzione di servirsi del suo potere per vendicare la morte di Sigfrido e riappropriarsi del tesoro. Convince così Attila ad invitare nel suo palazzo parenti e amici burgundi. La vendetta si compie quando, durante il banchetto allestito a corte, la regina provoca una lite che degenera in un feroce combattimento fra i presenti.
Tutti i Burgundi vengono sterminati, a eccezione di Gunther e Hagen, che invece vengono fatti prigionieri e consegnati a Grimilde. La regina promette di risparmiarli soltanto in cambio della rivelazione di dove sia nascosto il tesoro. I due rifiutano e così vengono decapitati. Il nobile Ildebrando, maestro d’armi di Teodorico, davanti a tanta crudeltà, decide di uccidere Grimilde. La strage dei Nibelunghi si conclude con tanta violenza. Ma siamo davanti a una storia o a una leggenda? La vicenda narrata nel poema prende spunto sicuramente da un dato storico, ovvero l’eccidio dei Burgundi a opera degli Unni di Attila. La lotta tra il popolo dei Burgundi e quella degli Unni diventa una contesa familiare costruita su inganni, bugie e tradimenti. Ma nell’opera c’è anche molto spazio alla leggenda.
I personaggi, infatti, sono frutto della fantasia popolare e si muovono in un universo fantastico fatto di magia e figure mitologiche. Vediamo ora quali sono i temi e i valori del poema. I temi presenti nel cantare sono quelli tipici dell’epica cavalleresca, ossia l’onore, l’amore, la magia e il coraggio. Questo poema, però, è anche la conferma di un mondo pagano, dove il comportamento degli uomini non è ispirato. Da principi cristiani, ma segue sentimenti e passioni come la vendetta, l’odio e la sete di potere. Passiamo al mito di Sigfrido nel tempo.
Secoli dopo la pubblicazione del cantare, la leggenda di Sigfrido e dei Nibelunghi è stata anche riscritta da un noto compositore tedesco, Richard Wagner. La sua opera è infatti intitolata L’anello dei Nibelunghi. Comprende un ciclo di quattro drammi musicali dedicate alle imprese di Sigfrido e al Tesoro del Reno. Le avventure del leggendario principe sono state più volte trattate anche dal cinema.
Infatti, nel 1989 anche Walt Disney si è ispirato alla saga dei Nibelunghi, realizzando una parodia di fumetti chiamata la trilogia di Paperino, Sigfrido e L’oro del Reno. La figura di Sigfrido ha ispirato anche molti personaggi dei cartoni animati, come il personaggio di Orion del cartone I Cavalieri dello Zodiaco. Mentre oggi in Germania chi vuole rimettersi sulle tracce della saga dei Nibelunghi può percorrere la strada di Sigfrido, ossia la strada dei Nibelunghi. Un itinerario di 300 chilometri nella valle del Reno.